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AVES, conclusa la CAEX II 2018: 530 le unità in addestramento, 20 elicotteri e 2 aerei, con diversi sistemi d’arma

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L’Aviazione dell’Esercito (AVES), dopo due settimane di intenso addestramento, ha concluso il 26 ottobre scorso l’esercitazione CAEX II 2018 (Complex Aviation Exercise).

È la stessa AVES a darne notizia con un comunicato stampa del 26 ottobre.

L’esercitazione aveva come obiettivo addestrare e validare 2 task group a premessa del loro impiego operativo, verificare le capacità di integrazione tecnico/operativo/logistiche di tutte le unità dell’Aviazione dell’Esercito e mantenere costantemente approntato un assetto di livello Task Group per rispondere in tempi rapidi a eventuali emergenze di Forza Armata.

Dopo una prima settimana di pianificazione e amalgama a Viterbo, la CAEX II 2018 ha visto lo svolgimento di tre atti tattici a fuoco su tre obiettivi, con l’impiego di tutti gli assetti AVES e di alcune componenti terrestri, in Sardegna.

Un aviolancio del plotone esplorante di paracadutisti e l’inserzione di un team Raven, nel tardo pomeriggio dello scorso mercoledì, ha permesso l’acquisizione di informazioni dell’area di interesse, grazie alle quali è stato possibile pianificare l’azione della Task Force Angel.

Giovedì mattina, spiega l’AVES nel comunicato, l’azione è iniziata con un’operazione aeromeccanizzata contro il primo obiettivo, con il lancio di missili Spike, a opera di tre pattuglie di elicotteri AH-129, supportate dal fuoco di un plotone aeromobile mortai.

Successivamente, un plotone di paracadutisti ha effettuato un eliassalto da un elicottero CH47-F, supportato da due elicotteri AH-129, sul secondo obiettivo.

In questo contesto, la simulazione dell’abbattimento di un elicottero AH-129 ha permesso un’operazione di Personnel Recovery e l’intervento di un team Medevac, solo dopo la bonifica del terreno minato a opera di una squadra IEED e di un assetto K9 (binomio uomo-cane).

Un plotone di fanteria aeromobile, a bordo di 4 elicotteri UH-90, ha effettuato un raid aeromobile contro il terzo obiettivo.

Un’attivazione a sorpresa da parte della direzione dell’esercitazione ha svelato la presenza di forze nemiche in profondità ed è pertanto intervenuta la Quick Reaction Force (QRF), un assetto costituito da un plotone di paracadutisti che, a bordo di un elicottero CH47, era pronto a intervenire.

Grazie a un aviorifornimento di munizioni da un velivolo Dornier-228, la Task Force è riuscita a ripristinare le sue capacità di combattimento.

Diretto dal Comandante dell’Aviazione dell’Esercito, Generale di Brigata Paolo Riccò, l’addestramento è stato caratterizzato dall’integrazione sinergica delle specifiche capacità delle unità di volo e dei reparti di terra.

Il gen Riccò ha avuto parole di apprezzamento per il risultato del livello di realismo addestrativo raggiunto, grazie all’impegno di tutto il personale esercitato, e per l’importanza di tali esercitazioni nell’orientare l’impegno dell’Esercito verso obiettivi concreti di integrazione e di interoparabilità tra le varie pedine operative.

“L’attività ha previsto l’impiego di 530 unità in addestramento, 20 elicotteri e 2 aerei, con diversi sistemi d’arma, e si prefigura come punto di partenza per l’immissione in teatro dei nuovi assetti tattici e operativi previsti dalla Forza Armata”, conclude il comunicato stampa.

Fonte e foto: Comando Aviazione Esercito

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Trident Juncture 2018: il COM JFC NP amm Foggo III visita la Italian Multinational Brigade schierata in Norvegia

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Trident Juncture, COM JFC NP amm Foggo visita la Ariete

Il Comandante dell’Allied Joint Force Command Naples (JFC NP), Ammiraglio James Gordon Foggo III, direttore dell’esercitazione Trident Juncture attualmente in svolgimento in Norvegia, ha visitato ieri a Lesja il comando dell’Italian Multinational Brigade, l’unità a elevata prontezza operativa a guida italiana che, nel quadro della enhanced NATO Response Force (eNRF), costituisce per il 2018 la Very High Readiness Joint Task Force Land Brigade (VJTF), ha fatto sapere con un comunciato stampa odierno la stessa Brigata.

Ricevuto presso la base di Vidflotten dal gen Angelo Michele Ristuccia, comandante del contingente italiano e dell’Italian Multinational Brigade, l’alto ufficiale americano ha prima incontrato il personale delle diverse nazionalità che compongono in Norvegia la Brigata (oltre all’Italia: Spagna, Albania, Slovenia, Montenegro, Francia, Portogallo, Ungheria e Lituania) e, successivamente, ha assistito all’illustrazione del posto comando (main e forward command post), “manifestando interesse e apprezzamento per le soluzioni tattiche adottate nelle diverse configurazioni”, spiega il comunicato.

Durante il cordiale colloquio con il gen Ristuccia, l’amm Foggo ha espresso grande ammirazione per le notevoli capacità operative e logistiche espresse dall’Italia, come dimostrato dallo schieramento in teatro di un così articolato e complesso dispositivo militare.

Alla Trident Juncture, la più importante esercitazione organizzata dall’Alleanza Atlantica dalla fine della guerra fredda, con 50.000 militari schierati provenienti da 31 diverse nazioni, 150 aerei, 70 navi e oltre 10.000 veicoli terrestri, le Forze Armate Italiane sono presenti con gli assetti dell’Esercito che, con il coordinamento del NATO Rapid Deployble Corps – Italy (NRDC-ITA) di Solbiate Olona, compongono la VJTF Land Brigade (Very High Readiness Joint Task Force), attuale punta di lancia dell’Alleanza.

Per il 2018, la brigata terrestre della Very High Readiness Joint Task Force è costituita su base 132° Brigata corazzata Ariete (Comando Brigata, 11° reggimento Bersaglieri, del 10° reggimento Genio Guastatori, reggimento logistico Ariete, Reparto Comando e Supporti Tattici Ariete), con il rinforzo del 187° reggimento Paracadutisti, il supporto del 7° reggimento Trasmissioni, del 1° reggimento Artiglieria da montagna, della Scuola di Commissariato di Maddaloni e di una compagnia di Polizia Militare fornita dal 13° reggimento Carabinieri.

Alla Trident Juncture, conclude il comunicato, partecipano anche assetti dell’Aeronautica militare rischierati a Bodø, nella contea di Nordland.

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La TRJE18 in Paola Casoli il Blog

Fonte e foto: #TRJE18 Italian Multinational Brigade PAO

 

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Scuola Sottufficiali Esercito: il XXI corso Esempio conclude le esercitazioni di tiro, orienteering e topografia

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Si è concluso il ciclo di addestramento organizzato per gli Allievi Marescialli del XXI corso Esempio, che dal 23 al 25 ottobre 2018 hanno svolto esercitazioni di tiro, orienteering e topografia, ha fatto sapere la Scuola Sottufficiali dell’Esercito con un comunicato stampa del 26 ottobre.

Presso il poligono di Pian di Spille, in particolare, ha avuto luogo l’addestramento al tiro.

In questa fase sono state svolte lezioni di tiro con arma individuale di tipo statico finalizzate all’acquisizione della capacità di intervenire rapidamente ed efficacemente in condizioni di stress fisico operando in piena sicurezza, spiega la Scuola.

Peculiare il raggiungimento di importanti obiettivi addestrativi, quali l’acquisizione della conoscenza approfondita dell’arma in dotazione, la padronanza delle tecniche di puntamento con le valutazioni sulla giustezza e sulla precisione del tiro, la capacità di assumere le corrette posizioni durante l’esecuzione del fuoco.

Sui Monti Cimini, nel Viterbese, si è svolta l’esercitazione di orienteering e topografia.

Dopo l’iniziale preparazione topografica gli allievi, suddivisi in team, hanno iniziato l’attività lungo un percorso di circa 8 chilometri, nell’area della Palanzana: muniti di bussola e carta topografica, hanno proceduto alle determinazioni topografiche necessarie per il riconoscimento degli itinerari durante la navigazione in ambiente montano e boschivo.

Le attività si sono svolte, sotto il controllo del col Cristian Margheriti, Comandante del Reggimento Allievi Marescialli, nell’ambito di una adeguata cornice di sicurezza garantita dal personale della linea di comando, costituita da ufficiali e marescialli provenienti dai reparti operativi dell’Esercito Italiano e dagli assetti logistici (trasporti e sanità) forniti dal Reparto Supporti dell’istituto di formazione militare viterbese.

La Scuola Sottufficiali dell’Esercito ha il compito di formare Marescialli Comandanti di plotone e Marescialli con specializzazione Sanità. L’iter formativo si sviluppa coniugando una didattica di livello universitario con un’intensa attività ginnico-sportiva unitamente a un impegnativo programma di attività militari, teoriche e pratiche, svolte in sede, in aree e strutture addestrative sul territorio nazionale.

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Il XXI corso Esempio in Paola Casoli il Blog

Fonte e foto: Scuola Sottufficiali dell’Esercito

 

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Emergenza maltempo: gli assetti specialistici dell’Esercito per la popolazione colpita; nuclei di collegamento schierati da domenica

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“L’Esercito ha disposto l’impiego su chiamata di tutti i suoi assetti specialistici per fronteggiare l’emergenza maltempo che sta colpendo tutta la Penisola già dalla fine dello scorso week-end – scrive la Forza Armata in un comunicato stampa di oggi, 30 ottobre – garantendo l’immediato soccorso alla popolazione colpita dalle forti piogge e dal forte vento e il necessario supporto alle Istituzioni locali in coordinamento con la Protezione Civile”.

In particolare, si apprende, sono in itinere  ricognizioni di squadre delle unità del Genio  in Liguria, dove preoccupano le aree litorali colpite dal forte  vento e mareggiate, e nel Triveneto, dove sono monitorati i livelli dei fiumi a rischio esondazione e si stanno valutando eventuali concorsi specialisti della Forza Armata oltre agli assetti del reggimento Lagunari Serenissima, impiegati nell’area della golena di Ponte di Piave (TV) con barchini pronti per il recupero di cittadini rimasti isolati, in collaborazione con i Vigili del Fuoco.

Nel Centro Italia sono stati effettuati due interventi a favore della Prefettura di Roma per la rimozione di alberi che hanno causato forti disagi alla viabilità di aree cruciali della Capitale: Monteverde e Guidonia Montecelio (RM).

Tutte le attività sono coordinate con le Prefettura di Genova e le Presidenze della Regioni colpite, sottolinea il comunciato, attraverso nuclei di collegamento della Forza Armata schierati già da domenica nelle sedi di coordinamento.

Sul territorio sono già stati allertati i 12 reggimenti Genio omogeneamente distribuiti su tutta la Penisola che esprimono delle capacità non solamente operative ma anche di protezione civile;  dotati di mezzi speciali quali escavatori cingolati, terne ruotate, autogru, motopompe, torri di illuminazione, gruppi elettrogeni, veicoli tattici utilissimi nel ripristino della viabilità e negli interventi post alluvionali.

I mezzi e le professionalità dell’Esercito sono una capacità duale in grado d’intervenire, in ogni momento, in tutto il territorio italiano a supporto della comunità nazionale, spiega l’Esercito, come dimostrato durante le emergenze e le calamità naturali che hanno colpito il Paese nel corso degli ultimi anni.

In particolare, i reparti Genio, grazie alle esperienze maturate nelle missioni estere e all’elevata connotazione dual-use, sono in grado di intervenire prontamente ed efficacemente a favore della comunità nazionale in casi di maltempo, come già avvenuto in passato, conclude l’Esercito.

Fonte e foto: PI SME

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MCG, “Caserme aperte”: la caserma Fiore a Motta di Livenza aperta alla cittadinanza il 9 novembre

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Il prossimo 9 novembre, dalle 9 alle 12, la caserma Mario Fiore di Motta di Livenza apre le porte a cittadini e alle scolaresche, ha fatto sapere il Multinational CIMIC Group (MCG) che vi ha sede.

Nell’occasione, le scolaresche e i cittadini potranno conoscere da vicino la realtà del reparto, i mezzi e i materiali in dotazione. Sarà possibile visitare l’infrastruttura, dove sono allestiti una mostra fotografica sulle missioni all’estero del reparto e alcuni stand dimostrativi.

Il Multinational CIMIC Group, unità dell’Esercito a valenza interforze e multinazionale, annovera, tra le nazioni contributrici oltre l’Italia, la Grecia, il Portogallo, la Romania, la Slovenia e l’Ungheria, e rappresenta un vero e proprio polo di eccellenza per la formazione degli operatori che lavorano nel delicato settore della cooperazione civile-militare.

Fonte e foto d’archivio: MCG

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Via dall’Iraq: “strategia del successo” per il Min Trenta. “E’ questo il cambiamento?” chiede il gen Santo

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By gen Vincenzo Santo

La confusione nelle parole, come al solito

L’Iraq non è un posto tranquillo. Del resto, quale parte del mondo lo è? L‘Iraq, sta cercando di uscire da un decennio maledetto in cui il falso scopo di instaurare la democrazia ha annebbiato, con le risibili fantastiche bugie di Bush e Blair circa ipotetiche pistole fumanti mai trovate, le menti di tutto il mondo. Nascondendo quello che c’è di reale cioè, in soldoni e per semplificare, la necessità strategica americana di presidiare quell’area e di non lasciare spazio ad altri. Soprattutto oggi, che nel quadrante si è affacciata anche la Russia, grazie ai bizzarri entusiasmi occidentali per le primavere arabe.

E ci siamo anche noi italiani. Per quale ragione ci siamo andati a impantanare da quelle parti? Difficile a dirsi. I politici, vecchi e nuovi, diranno per gli interessi nazionali, senza saperli nominare questi interessi. La realtà è più semplice, invece. Siamo lì perché non sappiamo dire di no agli alleati, assumendo erroneamente il fatto che essere in un’alleanza sia di per sé un interesse senza capire che, invece, si sta in un’alleanza solo se l’esserci ci garantisce il conseguimento di uno o più obiettivi che sottendono un nostro interesse o più di uno. E dire che ci siamo andati perché c’eravamo già stati (perché?) o per garantire che l’ENI acquisisse un bel contratto nel 2009 assieme a coreani, iracheni stessi e americani, sono sciocchezze.

Se non si comprendono queste differenze è giocoforza che ne escano poi degli aborti concettuali del tipo “strategia del successo”. Che significa? E poi, come lo si misura questo successo? Una strategia per il successo mi suonerebbe più chiaro.

Ha detto infatti il Ministro della Difesa, in visita a Mosul, che “… come saprete, il Governo italiano sta affrontando il tema della riconfigurazione del nostro impegno in questa area. Sarà la nostra una strategia d’uscita che voglio definire strategia del successo … l’importante non è l’uscita, ma il successo …”. Certo, persino ovvio, non siamo alle olimpiadi.

Tanto per cominciare, si dia uno sguardo al sito della Difesa relativo alla “Prima Parthica”, nella pagina della “missione”. Non esiste una missione, esistono compiti. Cosa molto diversa.

La missione formula anche lo scopo del fare qualcosa (compito) e questo scopo, in poche parole, ci conduce all’end state.

Cioè, in poche parole, l’operazione termina quando quel particolare stato di cose è stato conseguito, alla confluenza di più “linee di sforzo”.

A quella missione si associa un requisito ben specifico di forze che devono essere fornite da qualcuno perché si conduca un’operazione con la quale quella missione venga quindi soddisfatta.

Va da sé che qualsiasi configurazione – ha usato questo termine la Trenta – debba discendere da un’analisi che vada per esempio a dettagliare se si stia facendo la cosa giusta e se quella cosa, pur giusta, la si stia facendo bene.

Ora, mi chiedo, a che punto siamo?

Il Ministro della Difesa ha dichiarato, in quel di Mosul che “… oggi l’Iraq rappresenta il fronte avanzato dell’impegno comune nella lotta contro il terrorismo internazionale e non ci possono essere strategie diverse per combatterlo se non farlo dove si presenta e dove sono le sue radici …”.

Si può essere d’accordo. Tuttavia, non ho colto parole volte a delineare una valutazione in merito. Cioè, si ritiene che il terrorismo, quello con radici in Iraq (ammesso che sia serio fare questa distinzione), che non è solo l’ISIS ben inteso, stia per essere definitivamente sconfitto o già lo è? In questo secondo caso, per quale ragione non si chiude in poche settimane? Se invece sta per esserlo, quali sono le valutazioni fatte per procedere a una riconfigurazione? E se i lavori della ditta Trevi sono terminati, perché tutto il contingente della “Task Force Praesidium” (che viene definita nel suddetto sito, in modo ridicolo, non una missione di combattimento) non rientra subito? Che cosa significa, in questo quadro concettuale “… alleggeriremo la nostra presenza …”? Le forze di sicurezza irachene e i curdi che prepariamo (chissà se ne avevano davvero bisogno) sono pronte? Come si sta misurando quindi, e con quali criteri lo si sta facendo, il successo o meno delle varie componenti nazionali presenti nella condotta delle rispettive attività in Iraq?

Troppe domande? Vero, ma è tempo che gli italiani le inizino a porre per comprendere, dalle risposte, se il cambiamento è reale o solo fuffa.

Gen Vincenzo Santo

Foto dal profilo twitter del Ministro della Difesa on Elisabetta Trenta (@Eli_Trenta)

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COMLOG: cambio del Comandante di Commissariato dell’Esercito, al gen Gadaleta subentra il collega Aiuti

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Ieri, 31 ottobre, il Comandante Logistico dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Luigi Francesco De Leverano, alla presenza della Bandiera del Corpo di Commissariato dell’Esercito, ha presieduto la cerimonia di avvicendamento nell’incarico di Comandante di Commissariato tra il Brigadier Generale Lorenzo Donato Gadaleta, cedente, e il Brigadier Generale Marco Aiuti, subentrante, ha fatto sapere lo stesso Comando Logistico dell’Esercito (COMLOG) con una nota stampa del 31 ottobre.

Alla cerimonia, che si è svolta nella Caserma Emilio Bianchi a Roma, sono intervenuti il Comandante dei Trasporti e Materiali, il Comandante di Sanità e Veterinaria, il Comandante Tecnico, il Direttore del Policlinico Militare di Roma e il Capo Nucleo Ispettivo Centrale, unitamente ad alcune autorità civili e militari e rappresentanti dell’Associazione Nazionale Commissariato Militare con il rispettivo Medagliere, si apprende.

Nel suo discorso il gen De Leverano ha espresso gratitudine al gen Gadaleta, rimarcando le altissime qualità morali che, accompagnate alla competenza e alla capacità professionale, hanno caratterizzato il suo operato durante il mandato.

L’autorità ha poi rivolto gli auguri per il nuovo incarico al gen Aiuti, che ha appena lasciato quello di Capo Reparto di Commissariato, esortandolo a “continuare, con condotta fervida e determinata, a potenziare l’azione del Comando di Commissariato affinché sia sempre più un’organizzazione solida, coesa, efficiente, efficace in quell’indispensabile e vitale funzione di sostegno alla Forza Armata”.

Il Comando di Commissariato è un comando intermedio dell’area del Comando Logistico dell’Esercito, con alle dipendenze gli enti esecutivi dello specifico settore deputati alla gestione dei rifornimenti e del mantenimento; concorre, inoltre, all’elaborazione delle esigenze di approvvigionamento, allo sviluppo delle attività di ricerca e sperimentazione, di certificazione e controllo di qualità nei processi di acquisizione dei materiali di Forza Armata.

Fonte e foto: COMLOG

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CME Emilia-Romagna: le celebrazioni del 2 e del 4 novembre, Commemorazione dei Caduti, Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate

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Le Forze Armate commemorano il 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale, Giornata delle Forze Armate, scrive in un comunicato stampa il Comando Militare Esercito (CME) Emilia-Romagna, che ricorda la ricorrenza, legata alla firma dell’armistizio, a Padova, con gli emissari dell’Impero austro-ungarico.

Quest’anno l’evento cade a cento anni esatti dal proclama con cui il Generale Armando Diaz, alle 12 del 4 novembre 1918, annunciò la fine della guerra combattuta per 41 mesi dall’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, contro l’Austria-Ungheria.

“Una vittoria – prosegue il comunicato – che costò immani sacrifici, ma che sul Piave, sull’Isonzo, nelle trincee del Monte Grappa, nei nostri cieli e mari, vide soldati, marinai, aviatori, carabinieri e finanzieri, scrivere pagine di altissimo valore, consolidando quel sentimento di identità nazionale che avrebbe portato gli italiani a sentirsi, per la prima volta, parte di un unico Popolo”.

Questo il calendario delle attività in programma (fonte CME Emilia-Romagna):

2 novembre: solenne commemorazione dei defunti, con il seguente programma:

8.30: deposizione di una corona d’alloro all’interno del chiostro della Basilica di Santo Stefano, lapidario dei Caduti bolognesi della Prima Guerra Mondiale;

9.00: Santa Messa di suffragio in ricordo di tutti i Caduti nella Basilica di San Petronio;

10.30: deposizione di corone d’alloro alla Cripta Ossario della Certosa – lapidario dei Caduti bolognesi nella Prima Guerra Mondiale.

4 novembre: con inizio alle ore 10.30, si svolgerà in Piazza Maggiore la tradizionale cerimonia militare con lo schieramento di una Compagnia d’onore composta da unità delle Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Corpi armati e non dello Stato, alla presenza del Prefetto di Bologna, dottoressa Patrizia Impresa, e con l’allocuzione del Comandante Militare Esercito Emilia-Romagna, Generale di Brigata Cesare Alimenti.

Al termine della cerimonia, una rappresentanza di studenti del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Bologna, dell’ITCS Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno (BO) e dell’Istituto Comprensivo di Zola Predosa (BO) riceverà un Tricolore.

Nel corso della giornata, dalle 9.00 alle 17.00, sarà allestita in Piazza del Nettuno a Bologna un’area espositiva con mezzi e cimeli della Grande Guerra.

In contemporanea, sarà esposta al Circolo Unificato dell’Esercito in via Marsala 12 a Bologna, con accesso libero, la rassegna dell’Assemblea Legislativa Regionale “Emilia Romagna al fronte”.

Si potrà infine visitare, dalle 9.00 alle 13.00, la Caserma L. Manara, sede del Comando Legione Carabinieri Emilia-Romagna.

Fonte: CME Emilia-Romagna

Foto: difesa.it

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COMFOTER SPT: il programma delle celebrazioni del 2 e del 4 novembre

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Domani, venerdì 2 novembre, giornata dei Defunti, il Comandante delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER) di Supporto (SPT), Generale C.A. Giuseppenicola Tota, il Prefetto, il Sindaco di Verona e le altre autorità cittadine commemoreranno i militari caduti, fa sapere lo stesso COMFOTER SPT.

Quest’anno, Centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, gli eventi acquistano un particolare significato grazie anche alla presenza eccezionale del Console d’Ungheria, dott Lajos Pinter, e del delegato del Console d’Austria, dott Roberto Bussola, si apprende.

Gli eventi seguiranno il seguente programma (fonte COMFOTER SPT):

ore 10:00 – cerimonia di commemorazione dei caduti italiani in guerra nel Sacrario Militare del cimitero monumentale di Verona;

ore 11:30 – cerimonia di commemorazione dei caduti dell’Impero austro-ungarico nel cimitero austroungarico di Verona, in via Forte Procolo.

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COMFOTER SPT: presentazione del programma del 2 novembre e del 4 novembre (26 ottobre 2018)

Fonte e foto: COMFOTER SPT

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L’Esercito “presente!” a Vittorio Veneto, città simbolo della Prima Guerra Mondiale, per ricordare i Caduti di tutte le guerre

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Il 31 ottobre scorso l’Esercito e le istituzioni locali hanno rievocato, con una manifestazione svolta in Piazza del Popolo a Vittorio Veneto (Treviso), i fatti d’arme dell’ottobre 1918 quando, con il loro ingresso in città, i soldati del Regio Esercito hanno, di fatto, segnato l’inizio della fine della Prima Guerra Mondiale.

Presenti alla cerimonia, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (CaSME), Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, e tante autorità civili e militari, tra cui il sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon, e il Prefetto di Treviso, dottoressa Maria Rosaria Laganà, oltre ai Gonfaloni della città di Vittorio Veneto e di Treviso, entrambi decorati della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Lo rendono noto il Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD) e lo stesso Esercito.

La manifestazione è stata caratterizzata da un programma coinvolgente iniziato già dal 29 ottobre, con l’accensione a Roma di una fiaccola direttamente dai bracieri posti all’Altare della Patria dove è custodito il sepolcro del Milite Ignoto, simbolo del sacrificio del Popolo Italiano.

La fiamma, portata a Vittorio Veneto, è stata fatta ardere sopra un’urna contenente le terre prelevate dai campi di battaglia dove furono raccolti i corpi degli undici soldati, tra i quali la Signora Maria Bergamas scelse, il 28 ottobre 1921, quello deposto al Vittoriano.

Il gen Farina nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della cerimonia quale momento fondamentale di raccoglimento per onorare la memoria di quanti hanno servito il Paese anche fino all’estremo sacrificio.

Rivolgendosi inoltre ai tanti cittadini presenti ha dedicato un pensiero alle vittime del maltempo che ha colpito negli ultimi giorni tutta la Penisola.

L’Esercito, con circa 100 uomini e donne e oltre 60 mezzi e attrezzature tecniche, è impiegato in diverse zone a favore della popolazione per fronteggiare l’emergenza maltempo che ha colpito l’Italia e ha già pronti altri assetti per soddisfare le esigenze delle Prefetture coinvolte, qualora dovessero richiedere ulteriore supporto.

“Gli uomini e le donne dell’Esercito, oggi come ieri, nelle stesse località simbolo per i valori di Patria e di unità nazionale in cui si è combattuto 100 anni fa, sono pronti a donare tutto se stessi per il prossimo con generosità, altruismo, abnegazione, preparazione e addestramento unitamente alla capacità di collaborazione e coordinamento con le altre istituzioni”, si legge dal comunicato.

L’Esercito c’è sempre, di più e insieme alla sua gente “con e per” i cittadini dell’Italia per la difesa dello Stato, la sicurezza internazionale e i concorsi in emergenza, per essere vicini alle esigenze della popolazione, dimostrandosi una risorsa pronta e flessibile al servizio del Paese.

Il Sindaco di Vittorio Veneto durante il suo discorso ha evidenziato che parlare di “l’Esercito vince” significa essenzialmente raccontare come sempre più il Paese possa contare su una forza viva, preparata, pronta alle sfide più complesse.

L’Esercito di oggi è forza al servizio del Paese e delle sue molteplici esigenze, ricorda il comunicato stampa.

Al termine della cerimonia, il sacro fuoco è stato preso in consegna da un drappello dei Lancieri di Montebello e Bersaglieri ciclisti per essere scortato fino a Trieste dove arriverà il prossimo 4 novembre per le celebrazioni della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

_*oggi come ieri, di più insieme per l’Italia*_

Fonte e foto: COMFOPNORD; PI SME

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CME Puglia: ricordati a Casamassima i 429 commilitoni polacchi Caduti nella Seconda Guerra Mondiale

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Come da tradizione, ricorda il Comando Militare Esercito (CME) Puglia, anche quest’anno nel Cimitero militare polacco di Casamassima (Bari) sono state celebrate ieri, 2 novembre, le funzioni religiose per commemorare i 429 soldati polacchi caduti nei combattimenti lungo la Linea Gustav, sul fiume Sangro, o deceduti negli ospedali militari di Casamassima, Bari e Napoli, a seguito delle ferite riportate nelle battaglie della campagna d’Italia.

Per l’occasione il Generale di Brigata Mauro Prezioso, Comandante Militare territoriale dell’Esercito in Puglia, su delega del Comandante del Presidio Militare Interforze, ha deposto una corona d’alloro in onore di quei soldati che pugnarono per la nostra libertà.

Alla deposizione è seguita la Santa Messa, celebrata in due lingue, vista la larga presenza anche di studenti e cittadini polacchi.

Oltre al gen Prezioso hanno preso parte all’evento il Presidente del Consiglio Comunale di Bari, Michelangelo Cavone, il Sindaco di Casamassima, avv Giuseppe Nitti, il Consigliere dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma, Anna Wòjcik-Laskowska, numerosi sindaci delle città limitrofe, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma e una folta rappresentanza di studenti delle scuole di Casamassima.

Il cimitero militare polacco di Casamassima fu edificato nel 1944, a seguito della installazione del più importante ospedale militare del sud Italia.

Un elemento caratteristico di questo importante luogo sacro è l’ingresso, con i simboli del 2º Corpo e una citazione in latino tratta dalla seconda lettera di San Paolo a Timoteo: Bonum certamen certavi, fidem conservavi – ideo reposita est mihi corona iustitiae (Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Ora mi resta la corona della giustizia).

Casamassima ebbe un ruolo rilevante durante la permanenza del Corpo Militare Polacco, e il cimitero è la testimonianza tangibile di quel periodo, conclude il comunicato stampa del CME Puglia.

Fonte e foto: CME Puglia

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CME Abruzzo: 4 novembre, il programma delle celebrazioni

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“Il 4 novembre 1918, con l’entrata delle truppe italiane vittoriose a Trento e Trieste, dopo quasi tre anni e mezzo di battaglie, aveva termine la Grande Guerra, che segnò il raggiungimento della completa unità nazionale”, ricorda il comunicato stampa del Comando Militare Esercito (CME) Abruzzo.

Cinque milioni di uomini appartenenti a tutte le classi sociali furono chiamati alle armi e combatterono gomito a gomito vivendo sofferenze ai limiti dell’umana sopportazione”.

In questa giornata, s’intende ricordare tutti coloro che hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Paese e di Patria e per l’attaccamento al dovere: valori, sottolinea il CME Abruzzo, immutati nel tempo per i militari di allora come per quelli di oggi.

Come tradizione, anche quest’anno, in occasione del 4 novembre, si svolgeranno in Abruzzo una serie d’iniziative per consolidare l’incontro tra i cittadini e le istituzioni militari e civili dello Stato.

A L’Aquila il programma della giornata prevede:

– alle 9.45, presso la Chiesa di Cristo Re, in via Crispi, S.E. Card. Giuseppe Petrocchi celebrerà la Santa Messa in suffragio dei Caduti in servizio e per la Patria.

– alle 11.00, cerimonia di commemorazione presso il Monumento ai Caduti, alla Villa Comunale, con deposizione di una corona d’alloro da parte del Prefetto di L’Aquila, Dottor Giuseppe Linardi, e resa degli onori da parte di un picchetto armato interforze (Esercito, Marina Militare, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco). A seguire, il Gen. B. Giuseppe Di Giovanni, Comandante Regionale dell’Esercito, consegnerà una Bandiera Nazionale ai rappresentanti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “D. Cotugno”, al fine di rafforzare, anche nelle giovani generazioni, i sentimenti di unità, identità e appartenenza alla Nazione.

Infine, nel contesto dell’iniziativa “Caserme Aperte”, dalle 9.00 alle 17.00, la cittadinanza potrà accedere alla:

Caserma “Pasquali”, in Strada Statale 80 n.1, sede del 9° reggimento Alpini, ove sarà possibile visitare il Museo Storico del Reggimento e una mostra statica di mezzi/materiali in dotazione, tra cui quelli del Battaglione “Vicenza”, unità multifunzione di recente costituzione che, nell’ambito dell’impiego duale della Forza Armata in occasione di pubbliche calamità, opera seguendo l’imperativo “di più insieme”, in sinergia con le altre istituzioni e dimostrandosi una risorsa pronta e flessibile per la sicurezza dei cittadini;

Caserma “Mar. Magg. Medaglia d’Oro al Valor Militare Vincenzo Giudice” sede della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza, sita in via delle Fiamme Gialle n. 20- Coppito (AQ).

Caserma sede del Comando Provinciale Carabinieri di L’Aquila, in via del Beato Cesidio n. 4.

Fonte: CME Abruzzo

Foto: difesa.it

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MCG: il CIMIC ha ricordato il Sottotenente Giovanni Pezzulo, ucciso in Afghanistan nel 2008

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Ieri, 2 novembre, alla presenza dei famigliari, del Sindaco di Oderzo, Maria Scardellato, e del Comandante del Multinational CIMIC Group (MCG) di Motta di Livenza (Treviso), col Luca Vitali, è stato ricordato, presso il cimitero comunale, il Sottotenente Giovanni Pezzulo e, con lui, i Caduti di tutte le guerre.

È lo stesso MCG a darne notizia con un comunicato stampa di ieri, 2 novembre.

Giovanni Pezzulo, il militare residente a Oderzo e di stanza al Multinational CIMIC Group di Motta, è stato ucciso in un agguato il 13 febbraio 2008 al ritorno da una distribuzione di viveri e indumenti nel distretto di Surobi, in Afghanistan, scrive il MCG.

In suo ricordo è stata inaugurata nel 2010 una via nei pressi dello stadio comunale.

Fonte e foto: MCG

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Difesa: 4 novembre, le cerimonie militari a Roma, Redipuglia e Trieste

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Il prossimo 4 novembre, ricorda lo stato maggiore della Difesa, verranno celebrate le ricorrenze “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate” con una serie di cerimonie militari.

In particolare, alle 8.30, a Roma, all’Altare della Patria in Piazza Venezia, il Presidente della Repubblica, On. Prof. Sergio Mattarella, accompagnato dalle alte Cariche dello Stato e dalle Autorità militari di vertice, deporrà una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto.

Non mancherà il tradizionale passaggio delle Frecce Tricolori, che coloreranno di verde, bianco e rosso i cieli di Roma, e il sorvolo in formazione di 5 elicotteri (uno per ciascuna Forza Armata – Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri – e della Guardia di Finanza).

A seguire, alle 10.40, presso il Sacrario Militare dei Caduti della Prima Guerra Mondiale di Redipuglia (Gorizia), il Presidente della Repubblica, On. Prof. Sergio Mattarella, accompagnato dal Ministro della Difesa, dottoressa Elisabetta Trenta, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, deporrà una corona di alloro in ricordo dei Caduti.

Alle 11.45, nella Piazza Unità d’Italia a Trieste, si svolgerà alla presenza del Presidente della Repubblica, accompagnato dal Ministro della Difesa e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, la cerimonia militare commemorativa che suggellerà anche il termine del ciclo di ricorrenze per il Centenario della Prima Guerra Mondiale.

In piazza sarà schierato un Reparto di formazione interforze, a premessa di un momento rievocativo dell’ingresso, nel 1918, delle truppe italiane a Trieste.

A coronamento della cerimonia, il lancio di un paracadutista militare che porterà in volo la Bandiera italiana e il passaggio delle Frecce Tricolori.

Fonte e foto: PI SMD

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4 novembre 2018, Centenario della fine della Grande Guerra: oggi di fronte a “magnifici, superbi, valorosi militari delle Forze Armate”, così il gen Graziano

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L’Italia ha celebrato oggi il “Giorno dell’Unità Nazionale” e la “Giornata delle Forze Armate”, ricorda con un comunicato stampa odierno lo stato maggiore della Difesa (SMD).

Una ricorrenza che quest’anno assume una particolare rilevanza, sottolinea SMD, poiché coincide con il centenario della fine della Grande Guerra e con la formale chiusura del programma istituzionale di commemorazioni del primo conflitto mondiale.

Le celebrazioni odierne hanno preso il via da Roma, con la deposizione di una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto, presso l’Altare della Patria, da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal premier Giuseppe Conte, dal Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano.

A tributare gli onori al Capo dello Stato e Comandante supremo delle Forze Armate, una Brigata di formazione interforze schierata in tutta l’estensione di Piazza Venezia, il tradizionale sorvolo delle Frecce Tricolori, che hanno colorato di verde, bianco e rosso i cieli di Roma, e il passaggio di una formazione di cinque elicotteri di Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza.

A seguire, il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro della Difesa e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, si è portato presso il Sacrario di Redipuglia per rendere un doveroso omaggio ai Caduti, deponendo una corona d’alloro.

Nello stesso momento, il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha compiuto il medesimo rituale presso il Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari.

Il momento culmine della giornata – scrive SMD nel comunicato – è stato rappresentato dalla manifestazione in Piazza Unità d’Italia a Trieste, dove il Presidente della Repubblica è giunto intorno alle 11.45.

Preceduta dalle allocuzioni delle autorità, la cerimonia si è sviluppata attraverso più fasi con l’intento di associare alla rievocazione storica alcune delle specificità delle Forze Armate di oggi, rappresentate dai reparti schierati e dalle unità della Marina Militare ormeggiate a Trieste.

La conclusione è stata sancita dal Tricolore disegnato in cielo dalle Frecce Tricolori.

Particolarmente emozionante l’Inno di Mameli intonato dai cantanti del gruppo musicale “Il Volo” e la resa degli onori finali al Presidente della Repubblica con la salva di 21 colpi di cannone.

Ringraziando per la loro odierna presenza i rappresentanti delle nazioni che parteciparono al conflitto, il Presidente della Repubblica ha sottolineato che “celebrare insieme la fine della guerra e onorare congiuntamente tutti i Caduti significa ribadire con forza tutti insieme che alla guerra si preferisce sviluppare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nell’Unione Europea.”

Il Presidente Mattarella ha poi voluto ricordare che “mentre celebriamo questo importante anniversario, 5.600 militari italiani sono impiegati all’estero in missioni di pace delle Nazioni Unite, dell’Alleanza Atlantica, dell’Unione Europea. A essi si aggiungono quasi 8.000 militari impegnati sul territorio nazionale; a tutti loro esprimo la più ampia riconoscenza e la vicinanza del Paese. Grazie per quello che fate e grazie alle vostre famiglie.”

Il Ministro della Difesa per l’occasione ha voluto esprimere il proprio “profondo riconoscimento e ringraziamento alle nostre Forze Armate che, oggi come allora, in queste ore, se pure in modi diversi, stanno soccorrendo migliaia di famiglie isolate, fornendo viveri, corrente elettrica, adoperandosi attivamente affinché sia fatto tutto il possibile per preservare in nostro Paese dalla violenza delle piogge e del maltempo. Le nostre Forze Armate, con la loro opera, testimoniano di essere la spina dorsale di questo Paese.”

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha sottolineato come purtroppo negli anni del primo dopoguerra mancò la capacità delle nazioni belligeranti di intraprendere un percorso di vera pacificazione europea e quella fu davvero la “vittoria mancata”: non aver saputo, o purtroppo voluto, riconoscere i germi della nascita dei primi totalitarismi e dello scoppio di un nuovo conflitto di dimensione mondiale.

“Da questo ultimo, però – ha proseguito il gen Graziano – l’Europa riuscì finalmente a emergere in una nuova dimensione, prima economica e politica, che si è avviata, nel tempo, ad abbracciare anche quella della sicurezza e della cooperazione militare. A distanza di un secolo, oggi, in questa piazza, di fronte alla cittadinanza, di fronte a voi magnifici, superbi soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri italiani, di fronte ai valorosi militari rappresentanti delle Forze Armate dei Paesi amici e alleati d’Europa e degli Stati Uniti, possiamo veramente comprendere e interiorizzare l’eredità della Grande Guerra, e dare valore alle sofferenze di quei soldati”.

La giornata di ricorrenza è stata celebrata con numerose altre iniziative, organizzate in tutto il Paese, alle quali aveva idealmente dato il via il ministro Trenta, lo scorso 18 ottobre, a Ostia, incontrando 450 studenti delle scuole superiori, ai quali è stata illustrato il significato del 4 novembre e sono state mostrate le capacità delle Forze Armate di oggi, ricorda SMD.

Tale incontro ha aperto una serie di appuntamenti nelle scuole di 28 città prescelte, in cui il personale militare incontra gli studenti per parlare del 4 novembre e dell’Unità nazionale.

Il 2 novembre, invece, attraverso una videoconferenza dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COI), il ministro Trenta, unitamente al Capo di Stato Maggiore della Difesa, aveva portato il saluto del Paese ai Comandanti dei contingenti militari nazionali impegnati in missioni all’estero.

Il giorno seguente, infine, il Presidente della Repubblica, in una toccante cerimonia, aveva consegnato le decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia al Generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Clemente Carlo Fungo, al Generale di Brigata Claudio Minghetti, al Contrammiraglio Fabio Gregori, al Capitano di Fregata Paolo Podico, al Capitano di Corvetta Robert Gelsomino e al Luogotenente Giuseppe Rizzello.

Tante quindi le iniziative organizzate per celebrare degnamente la giornata che segnò la fine di quella che allora venne definita la Grande Guerra, e per rendere omaggio a quanti furono coinvolti in quel sanguinoso conflitto per portare a compimento l’Unità nazionale del nostro Paese.

Fu proprio durante la Prima Guerra Mondiale che, infatti, gli italiani si trovarono per la prima volta fianco a fianco, legati indissolubilmente l’un l’altro sotto la stessa bandiera nella prima drammatica esperienza collettiva che si verificava dopo la proclamazione del Regno.

“Attraverso la Grande Guerra, con il valoroso comportamento di centinaia di migliaia di militari sui fronti e con gli immani sacrifici di un intero popolo, la nostra giovane Nazione – si legge dal comunicato – dimostrò al mondo intero come l’orgoglio di appartenere ad un unico Stato fosse, ormai, divenuto sentimento di popolo: finalmente ‘Fratelli d’Italia’. Proprio per onorare idealmente i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del ‘Milite Ignoto’, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma, e con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre venne dichiarato Festa nazionale”.

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CESIVA: concluso il corso sull’educazione terapeutica per la prevenzione e il trattamento dell’obesità

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Si è con successo al Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito (CESIVA), il ciclo di interventi dell’ASL 4 di Civitavecchia sull’educazione terapeutica per la prevenzione e il trattamento dell’obesità, ha fatto sapere lo stesso Centro con un comunicato stampa del 2 novembre.

In particolare, si apprende, con l’intervento del dott Graziano Santantonio sul tema degli stili di vita e della prevenzione dell’obesità, mercoledì 31 ottobre, al Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito (Ce.Si.Va), si è chiuso il ciclo di interventi dell’Azienda Sanitaria Locale 4 di Civitavecchia sull’obesità.

L’iniziativa culturale avviata grazie all’interessamento del Comandante del Ce.Si.Va., Generale di Divisione Roberto D’Alessandro, e del Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale, dott Giuseppe Quintavalle, si è articolata su quattro incontri altamente formativi e ha avuto come focus la prevenzione cronico-degenerativa (ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari, diabete ecc.).

Il corso, curato da medici specialisti in servizio presso l’ASL 4 di Civitavecchia, oltre a evidenziare come l’obesità costituisca una problematica sociale che investe una grossa fetta della popolazione italiana, ha fornito, per gli aspetti afferenti alla problematica del mantenimento dell’efficienza operativa, utili informazioni a tutto il personale militare del Centro.

Il ciclo di incontro ha avuto avvio lo scorso 20 settembre con il diabetologo dott Graziano Santantonio con il tema: “L’inquadramento diagnostico-terapeutico dell’obesità e delle sue complicanze”; il giorno 3 ottobre è intervenuta la dietista Valentina Di Fiordo, che ha parlato degli elementi di nutrizione e dietetica dell’obesità; infine, lo scorso 17 ottobre è stata la volta della psicologa Margherita Donati, che ha fatto il punto sulle problematiche psicologiche dell’obesità.

Questa iniziativa, unita al convegno del 28 settembre riguardante “Le antibiotico resistenze e le infezioni correlate all’assistenza”, organizzata in sinergia con l’ASL 4 di Civitavecchia e l’Associazione Scientifica “Hospital e Clinical Risk Managers” (HCRM), ha costituito per il Ce.Si.Va. due momenti di alto profilo culturale che hanno consentito al Centro di allacciare solide sinergie con le realtà pubbliche del territorio e porre le basi per altre future collaborazioni formative.

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Fonte e foto: CESIVA

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Difesa: il gen Vecciarelli è il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa

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Questa mattina, 5 novembre, all’Aeroporto militare di Ciampino, sede del 31° stormo dell’Aeronautica, si è svolta la cerimonia di avvicendamento nella carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa (CaSMD) tra il Generale Claudio Graziano e il Generale Enzo Vecciarelli, fa sapere lo stato maggiore della Difesa (SMD) con un comunicato stampa odierno.

Il passaggio del testimone al vertice delle Forze Armate si è svolto alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del Vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, e del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ed è stato salutato dalla partecipazione di numerose autorità civili, militari e religiose.

“In questi ultimi anni abbiamo visto le Forze Armate occupare un ruolo sempre più importante nella vita del Paese – ha affermato il Ministro della Difesa durante la cerimonia del cambio del Capo di Stato Maggiore della Difesa – esse si sono costruite un patrimonio di credibilità, esperienza e capacità, sia di fronte all’opinione pubblica nazionale che a quella internazionale, che dobbiamo preservare in tutti i modi”.

“Oggi – ha continuato il Ministro – sono sempre più impegnate a presidio della sicurezza interna ed esterna del Paese, per il bene dei cittadini”.

Dinanzi a uno schieramento in armi di reparti dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il gen Graziano, all’atto della conclusione di circa 44 mesi di responsabilità alla guida dello strumento militare, ha voluto accomiatarsi dagli uomini e dalle donne delle Forze Armate sottolineando che “l’Italia è un Paese di riferimento per la NATO e membro attivo per le Nazioni Unite e tale ruolo ci pone nelle condizioni di poter partecipare da protagonisti a tutti i meccanismi e i progetti di interesse che si sviluppano nell’arena internazionale“.

Il gen Graziano ha poi aggiunto: “La mia esperienza da Capo di Stato Maggiore della Difesa mi lascia, anzitutto, una ferma consapevolezza: quella di aver avuto il privilegio di guidare sul campo i migliori soldati del Mondo. Per questo sono grato alle Istituzioni che mi hanno consentito di vivere questo intenso ed emozionante percorso, costellato di soddisfazioni professionali e morali, ma anche di momenti di preoccupazione, in cui sono stato chiamato ad assumere scelte impegnative, che avrebbero potuto mettere a rischio l’incolumità o la vita stessa dei miei militari. L’ho sempre fatto guardando al bene della Patria, in linea con le missioni assegnate e con le direttive dell’Autorità Politica, e con la consapevole certezza di poter contare sul miglior capitale a disposizione, quello umano, centro di gravità delle Forze Armate. Ad esso va dedicato ogni nostro sforzo e ogni nostra attenzione, senza demagogia, senza secondi fini, sapendo che anche in questo momento, in qualche luogo della terra, un uomo o una donna con il Tricolore cucito sull’uniforme e sulla pelle sta operando in armi, a protezione dei deboli e per la tutela degli interessi nazionali. Negli ultimi trent’anni l’Italia ha maturato prestigio e credibilità proprio dall’efficacia dell’impiego delle sue Forze Armate”.

Il gen Graziano termina il mandato di Capo di Stato Maggiore della Difesa e assumerà, già da domani, a Bruxelles, il prestigioso incarico di Presidente del Comitato militare dell’Unione Europea.

Quale massima autorità militare dell’Unione Europea, il gen Graziano è atteso da molteplici sfide volte al rafforzamento della dimensione di difesa e sicurezza del continente, nell’ambito della PESCO (Cooperazione Strutturata e Permanente nel campo della Difesa) e anche con l’obiettivo di migliorare e rafforzare la cooperazione NATO – UE, strumento fondamentale per fornire una risposta efficace e collettiva alle attuali minacce alla sicurezza, prima tra tutte il terrorismo internazionale.

Dopo il formale passaggio delle insegne, il gen Vecciarelli ha preso la parola e ringraziando il gen Graziano per quanto fatto in un periodo caratterizzato da eccezionali sfide alla sicurezza e da profondi cambiamenti, ha dichiarato: “Intendo continuare a investire sull’elemento umano facendo leva, innanzitutto, sulla forza delle idee, sulla spinta di innovazione che viene dal basso. Dobbiamo saper cogliere il nuovo senza timori, avere il coraggio di stigmatizzare vecchi preconcetti ideologici ma anche allontanare abitudini obsolete e sclerotici status-quo”.

Il nuovo CaSMD ha poi concluso così: “ponendomi idealmente di fronte a ognuno dei miei uomini e donne e innanzi a ogni cittadino italiano mi impegno a profondere ogni mia risorsa fisica, morale e intellettuale per assolvere i doveri costituzionali”.

Il gen Vecciarelli, neo Capo di Stato Maggiore della Difesa, come responsabile dell’area tecnico-operativa della Difesa e dell’impiego dello strumento militare nazionale, si troverà alla guida di circa 180.000 uomini e donne delle Forze Armate, quotidianamente impiegati nelle operazioni, in Italia e all’estero, che vedono oggi il nostro Paese schierare i propri militari in 40 missioni, condotte in 24 paesi/aree geografiche, spiega il comunicato stampa della Difesa.

Tale impegno è finalizzato a fronteggiare le sfide alla sicurezza provenienti da due archi di crisi e instabilità: uno a sud, che dal Medio Oriente investe la sponda nordafricana e la fascia sub-sahariana, e uno a est, che dal Baltico abbraccia il Mar Nero e il Mediterraneo Orientale.

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Fonte e foto: PI SMD

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Trident Juncture 2018: al contingente italiano la visita dell’Amb Colella, che riferisce dell’apprezzamento verso i militari italiani

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L’ambasciatore d’Italia in Norvegia, dottor Alberto Colella, ha incontrato ieri, 5 novembre, a Lesja, comune norvegese della contea di Oppland, il personale militare del contingente italiano su base 132^ brigata corazzata Ariete attualmente impegnato nell’esercitazione Trident Juncture 2018, la più importante attività addestrativa organizzata dall’Alleanza Atlantica dalla fine della Guerra Fredda.

È la stessa Italian Multinational Brigade a darne notizia oggi, 6 novembre, con un comunicato stampa.

Ricevuto nella base di Vidflotten dal generale di brigata Angelo Michele Ristuccia, comandante del contingente, l’Ambasciatore, accompagnato dall’addetto per la Difesa presso l’ambasciata, colonnello Massimo Ancora, ha inizialmente assistito a una presentazione dei diversi assetti presenti in Norvegia e a un’illustrazione delle principali attività addestrative e logistiche condotte nell’ambito della Trident Juncture, esprimendo grande ammirazione per le notevoli capacità dimostrate con lo schieramento in teatro di un così articolato e complesso dispositivo militare.

“Il vostro entusiasmo, la professionalità e la competenza che state dimostrando, mi fanno sentire orgoglioso di essere il rappresentante dell’Italia in Norvegia”, ha dichiarato l’Ambasciatore al personale riunito e, successivamente, alla stampa locale.

“Siete un esempio di eccellenza italiana nel mondo”, ha poi sottolineato l’ambasciatore Colella, citando gli apprezzamenti rivolti ai militari italiani che gli sono stati riportati nel corso di precedenti incontri.

Alla Trident Juncture le Forze Armate Italiane sono presenti con gli assetti dell’Esercito che, con il coordinamento di NRDC-ITA (NATO Rapid Deployble Corps – Italy) di Solbiate Olona, compongono la VJTF Land Brigade (Very High Readiness Joint Task Force), attuale punta di lancia dell’Alleanza.

Per il 2018, la brigata terrestre della Very High Readiness Joint Task Force è costituita su base 132° brigata corazzata Ariete (Comando Brigata, 11° reggimento Bersaglieri, del 10° reggimento Genio Guastatori, reggimento logistico Ariete, Reparto Comando e Supporti Tattici Ariete), con il rinforzo del 187° reggimento Paracadutisti, il supporto del 7° reggimento Trasmissioni, del 1° reggimento Artiglieria da montagna, della Scuola di Commissariato di Maddaloni e di una compagnia di Polizia Militare fornita dal 13° reggimento Carabinieri, ricorda il comunicato stampa.

Sono inoltre schierati a Bodø, nella contea di Nordland, assetti dell’Aeronautica Militare partecipanti all’esercitazione.

Tra questi: gli Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto, 36° Stormo di Gioia del Colle e 37° Stormo di Trapani, con funzioni di difesa aerea; i Tornado del 6° Stormo di Ghedi, con capacità di soppressione delle difese aeree avversarie; il tanker (aviocisterna) KC-767 del 14° Stormo; il G-550 CAEW, anch’esso del 14° Stormo, piattaforma volante dai sensori sofisticati per le attività di sorveglianza e raccolta di informazioni.

Il supporto logistico, conclude il comunicato, è assicurato dal 3° Stormo di Villafranca di Verona, elemento chiave della logistica di proiezione dell’Aeronautica.

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Fonte e foto: Italian Multinational Brigade PAO

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Il CME Puglia al Festival della Public History di Lecce – Tricase, presentato il volume Non chiamatelo fiume

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È iniziata con le note della Banda della brigata Pinerolo la seconda giornata del Festival Internazionale della Public History, dedicato alla Grande Guerra in terra d’Otranto, ha fatto sapere da Lecce il Comando Militare Esercito (CME) Puglia.

L’evento, organizzato dalla Prefettura di Lecce in collaborazione con il Centro Studi Relazioni Atlantico Mediterranee (CESRAM), ha visto tra i componenti del comitato scientifico l’Università del Salento e il CME Puglia.

Dopo l’esibizione della banda, il CME Puglia ha presentato, nella Sala Degli Specchi del Palazzo dei Celestini, il volume grafico, edito dallo Stato Maggiore dell’Esercito, “Non chiamatelo fiume – dal Grappa al Piave, storia di un monumento d’Italia”.

L’opera, realizzata da Federica dal Forno (curatrice) e da GianVinGenzo Beccia, spiega il CME Puglia, è costituita da due volumi e ha la particolarità di essere completamente fumettata.

Essa racconta in maniera nuova e avvincente le vicende del primo conflitto mondiale relative agli ultimi due anni di guerra.

Uno dei due volumi è un unico fumetto che, aperto a fisarmonica, diviene un’opera grafica lunga 7 metri, in cui sono rappresentati i principali conflitti divampati sul fronte italiano tra il 1917 ed il 1918.

A presentare il volume il professor Nicola Neri, docente dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, e il magg Mauro Lastella, Capo Sezione Pubblica Informazione del CME Puglia, alla presenza degli studenti e di numerose autorità civili e militari tra le quali il Comandante della Scuola di Cavalleria di Lecce, gen Angelo Milelli.

La dottoressa Maria Teresa Cucinotta, Prefetto di Lecce, nell’accogliere i relatori, ha evidenziato l’importanza di aver istituito, proprio nella città di Lecce, il primo festival internazionale della Pubblic History, ringraziando la Forza Armata per l’impegno profuso a favore dell’iniziativa.

A margine della presentazione il conduttore televisivo Gianni Ippoliti ha evidenziato come, la romana via Veneto, sia in realtà via Vittorio Veneto, città nella quale il Generale Diaz diede l’ultima spallata all’impero austro-ungarico.

Al termine della presentazione gli studenti del corso alberghiero dell’Istituto Columella-Presta di Lecce hanno proposto il rancio in trincea, e quelli del corso chimico dell’Istituto De Pace hanno analizzato dei cibi consumati durante il conflitto mondiale.

Nella serata della stessa giornata la presentazione si è ripetuta a Tricase nella sala del trono di Palazzo Gallone.

Grande soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa dal gen Mauro Prezioso, Comandante territoriale dell’Esercito in Puglia, che ha affermato che “oggi come ieri è importante trasmettere, soprattutto ai più giovani, i valori di libertà e di democrazia che caratterizzarono quel momento storico e che tutt’oggi rappresentano i valori fondanti della nostra Italia”.

Fonte e foto: CME Puglia

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COMLOG e COMFORDOT cambiano i vertici: il gen Figliuolo e il gen Fungo subentrano ai colleghi De Leverano e Serino

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Doppio cambio a due dei vertici dell’Esercito: ieri mattina, 7 novembre, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, ha presieduto la cerimonia di avvicendamento alla guida del Comando Logistico dell’Esercito (COMLOG) e del Comando per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito (COMFORDOT), ha fatto sapere con una nota stampa il COMLOG.

Svoltasi all’interno dell’aula magna del Comando dei Supporti Logistici della Cecchignola, la cerimonia ha sancito il passaggio di consegne tra il Generale di Corpo d’Armata Luigi Francesco De Leverano e il parigrado Francesco Paolo Figliuolo (già Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa) per il COMLOG e, tra il Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino e il collega Giovanni Fungo (ad interim) per il COMFORDOT.

Il gen Farina, nel salutare tutti i convenuti alla cerimonia, ha ringraziato i due Generali cedenti (De Leverano e Serino) per l’impegno e i risultati ottenuti nel periodo i cui sono stati alla guida dei rispettivi comandi e ha augurato, ai subentranti (Figliuolo e Fungo), di proseguire nella scia dei positivi obiettivi raggiunti dai predecessori con altrettanti ottimi traguardi.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, nella sua allocuzione, si è soffermato sull’importanza della logistica unitamente alla essenzialità della formazione e preparazione militare sin dai primi giorni di arruolamento di ogni militare.

Il gen Farina ha poi evidenziato come la cerimonia abbia racchiuso due delle aree fondamentali della Forza Armata: la componente logistica e la formazione.

L’Esercito è una componente importantissima del Sistema Paese che basa la propria capacità operativa sulla componente umana: vero fulcro della Forza Armata.

Agli uomini in uniforme, devono essere indirizzati tutti gli sforzi possibili per garantire un adeguato sostegno logistico e una corretta preparazione e formazione professionale per poter essere, in futuro, sempre più pronto, con capacità di operare in ambito interforze, internazionale e aderente alle esigenze del Paese anche in caso di pubbliche calamità.

Il gen De Leverano, nel suo intervento, ha ringraziato per il supporto fornito tutto il personale dell’area logistica dell’Esercito, “ricca di pregiate professionalità militari e civili”, che nel corso del suo mandato ha “imparato a conoscere e apprezzare”.

Il gen Serino, che si appresta a ricoprire l’incarico di Capo del Gabinetto del Ministro della Difesa, nel suo discorso di commiato, dopo aver ringraziato il personale, i Comandanti dipendenti ed il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, si è soffermato nel rimarcare brevemente le tappe percorse nei 21 mesi che lo hanno visto al Comando per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, concludendo con un sincero augurio di buon lavoro al Comandante subentrante.

Fonte e foto: COMLOG

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